I piemontesi amano le salse e le marmellate, ma c'è anche la via di mezzo che nasce tra la salsa e la marmellata..
La Mostarda d'Uva "Cugnà" al Moscato, viene prodotta secondo un'antichissima ricetta delle Langhe, utilizzando una lenta, laboriosa e attenta cottura. La mostarda d'uva "Cugnà" si sposa perfettamente con carni bollite, con formaggi caprini, tome, polenta, ed è ottima se spalmata sul pane!!
Il mosto d'uva Moscato viene cotto con mele, pere, mele cotogne, noci e nocciola, e arricchito con i semi di senape che trovano radici nella tradizione provenzale, il cui uso è stato gelosamente custodito dai monaci Cistercensi di San Maurizio.
Il Moscato dei "vecchi cloni" di Langa dona a questa preparazione il suo caratteristico sapore dolce e invitante, con sentori di fiori (salvia, zagara, limone, tiglio e acacia) e di frutti (l’albicocca e la pesca, soavi e avvincenti).
Da povero condimento la Cugnà è divenuto un cibo simbolo della tradizione langarola e di importante valenza gastronomica che merita l'attenzione di chi ama le cose buone e i gusti particolari.
INGREDIENTI E PROCEDURA:
5 litri di mosto d'uva
300 gr di fichi
300 gr mele cotogne
300 gr pere Martin sec,
300 gr pesche
300 gr zucca (facoltativa)
500 gr nocciole gentili delle Langhe tostate e sgusciate
500 gr gherigli di noce
500 gr mandole sbucciate
cannella
chiodi di garofano
scorzadi limone.
300 gr di fichi
300 gr mele cotogne
300 gr pere Martin sec,
300 gr pesche
300 gr zucca (facoltativa)
500 gr nocciole gentili delle Langhe tostate e sgusciate
500 gr gherigli di noce
500 gr mandole sbucciate
cannella
chiodi di garofano
scorzadi limone.
Ridurre il mosto a fuoco lento fino alla metà, aggiungere il resto delle frutta tagliate a pezzetti e cuocere per un'ora abbondante. Aggiungere la cannella e i chiodi di garofano pestati nel mortaio, le noci e le nocciole dovranno essere tritate, mescolare bene e cuocere ancora per un quarto d'ora circa. Mettere la cugna in vasi di vetro, chiuderli bene e farli bollire per una ventina di minuti mettendo tra un vaso e l'altro dei canovacci. Lasciarli raffreddare con l'acqua, quindi conservarli in luogo fresco
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